LA VITTORIA DI TUFAN ERHÜRMAN A CIPRO NORD TRA DISCONTINUITÀ POLITICA E NUOVE PROSPETTIVE DI DIALOGO.

Le elezioni presidenziali tenutesi nella Repubblica Turca di Cipro del Nord il 19 ottobre 2025 hanno segnato un punto di svolta nel panorama politico dell’isola. Tufan Erhürman, leader del Partito Repubblicano Turco (CTP), ha ottenuto oltre il 62% dei voti, sconfiggendo il presidente uscente Ersin Tatar, sostenitore del modello dei “due Stati” in linea con la posizione di Ankara.

La vittoria di Erhürman, considerato un esponente moderato ed europeista, potrebbe riaprire la prospettiva di una soluzione federale per Cipro e imprimere una nuova direzione alle relazioni tra la parte settentrionale dell’isola, la Turchia e l’Unione Europea. Tuttavia, la portata reale di questo cambiamento dipenderà in larga misura dagli equilibri geopolitici e dalle reazioni degli attori regionali coinvolti.

Le origini e la persistenza della frattura cipriota

Cipro rappresenta da decenni uno dei dossier più complessi del Mediterraneo orientale. Dopo secoli di dominazione veneziana e ottomana, e un lungo protettorato britannico, l’isola ottenne l’indipendenza nel 1960, ma le tensioni intercomunitarie tra greco-ciprioti e turco-ciprioti non tardarono a emergere.

Nel 1974 la Guardia Nazionale cipriota, sotto il controllo di ufficiali greci, organizzò un colpo di Stato contro il governo del presidente Makarios, con l’obiettivo di unire l’isola alla Grecia. La Turchia, richiamandosi al Trattato di Garanzia del 1960, avviò un’ampia operazione militare nel nord dell’isola[1]. Da allora Cipro rimane divisa: la parte meridionale, a maggioranza grecofona, è internazionalmente riconosciuta e membro dell’Unione Europea dal 2004; la parte settentrionale, a maggioranza turcofona, è riconosciuta unicamente da Ankara. Tra le due entità corre una zona cuscinetto controllata dalle Nazioni Unite.

Negli ultimi cinquant’anni, numerosi tentativi di mediazione non hanno condotto a risultati duraturi. Gli accordi del 1977 e 1979 prevedevano una federazione bi-comunitaria, ma non furono mai pienamente attuati. Nel 2004, il piano di Kafi Annan, allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, venne respinto dalla popolazione greco-cipriota tramite referendum, nonostante il voto favorevole della parte settentrionale[2]. Si sono concluse in maniera analoga anche le iniziative successive: dai colloqui del 2008-2012 su impulso del leader greco-cipriota Christofias – nei cui negoziati lo stesso neoeletto Presidente, Erhürman, è stato coinvolto[3] – fino ai negoziati di Crans-Montana del 2017, avvenuti in Svizzera e con la mediazione del Segretario Generale ONU, Guterres, che ne annunciò il fallimento; secondo fonti stampa, l’accordo non venne raggiunto per via di divergenze su sicurezza, garanzie militari e rappresentanza politica[4].

Negli anni più recenti, la prospettiva federale è stata progressivamente sostituita, almeno sul piano politico, dal paradigma dei “due Stati”, sostenuto apertamente da Ankara e dal Presidente Tatar. Tale orientamento ha contribuito ad accentuare l’isolamento internazionale di Cipro Nord, la cui economia e amministrazione dipendono in larga misura dai trasferimenti e dal sostegno politico della Turchia.

Le elezioni del 2025 e il ritorno del discorso federale

Il voto del 2025 ha, dunque, assunto un valore simbolico oltre che politico. Erhürman ha impostato la propria campagna su un programma di riforme interne e su un progressivo avvicinamento ai principi dell’Unione Europea. Ha promosso un programma basato su una visione progressista in linea con il modello federale bi-comunitario delle Nazioni Unite e con il percorso negoziale in cui era stato già coinvolto. Secondo Erhürman, solo una soluzione condivisa tra le due comunità e la riduzione della dipendenza dalla Turchia può porre fine all’isolamento internazionale dei turco-ciprioti e favorire uno sviluppo economico sostenibile e stabile[5].

Di contro, Ersin Tatar ha difeso la sovranità turco-cipriota, presentando l’integrazione politica ed economica con la Turchia come l’unico scenario realistico dopo i fallimenti dei precedenti negoziati. La sua campagna ha insistito sul principio dell’autodeterminazione del Nord e sulla tutela degli interessi di Ankara nel Mediterraneo orientale.

La vittoria di Erhürman, avvenuta con un margine significativo, riflette una combinazione di fattori: da un lato, il crescente malcontento verso l’ingerenza turca negli affari interni dell’isola; dall’altro, il desiderio di uscire dall’isolamento internazionale e di costruire un’economia più autonoma. Il voto ha assunto, per molti osservatori, anche il valore di una protesta nei confronti delle difficoltà economiche e della percepita perdita di sovranità politica del Nord.

Dimensione geopolitica e sviluppi futuri

Sul piano geopolitico, la vittoria di un candidato apertamente favorevole a un riavvicinamento con l’Unione Europea pone nuove questioni per Ankara, per Nicosia e per Bruxelles. La Turchia, che mantiene una forte presenza militare e un’influenza politica determinante nella parte settentrionale, potrebbe guardare con cautela a qualsiasi tentativo di riaprire il dialogo federale. D’altra parte, un’iniziativa di distensione potrebbe essere vista positivamente dall’UE, che ha sempre sostenuto una soluzione federale come condizione per l’integrazione piena dell’isola.

Nonostante l’entusiasmo suscitato dal risultato elettorale, permangono numerose incognite: le relazioni tra Ankara e il nuovo governo di Erhürman saranno decisive per valutare la tenuta del nuovo corso politico. La popolazione turco-cipriota resta infatti legata alla Turchia per il commercio, la difesa e le infrastrutture energetiche, mentre la comunità internazionale non ne riconosce lo Stato.

Conclusione

Le elezioni del 2025 a Cipro Nord rappresentano un momento di discontinuità nel quadro politico dell’isola, ma non ancora una svolta definitiva. La vittoria di Tufan Erhürman dimostra l’esistenza del desiderio di una parte consistente della popolazione di esplorare nuove vie per superare l’isolamento politico ed economico, pur senza rinnegare la complessa realtà dei legami con Ankara.

Resta da vedere se la nuova leadership saprà tradurre questa spinta in un percorso diplomatico realistico, capace di riaprire il dialogo intercipriota e di ristabilire un ruolo attivo dell’isola nel Mediterraneo, in equilibrio tra Turchia, Grecia e Unione Europea.


[1] United Nations Peacekeeping Forces in Cyprus – Events in the Summer of 1974 https://unficyp.unmissions.org/events-summer-1974

[2] Annan Plan https://www.mfa.gov.tr/the-annan-plan-and-the-greek-cypriot-_no__-false-reasons-and-claims.en.mfa

[3] https://tg24.sky.it/mondo/2025/10/20/lezioni-cipro-nord-2025-risultati

[4] The Guardian, Cyprus reunification talks collapse amid angry scenes, di Helena Smith

https://www.theguardian.com/world/2017/jul/07/cyprus-reunification-talks-collapse-amid-angry-scenes

[5] https://www.agenzianova.com/news/vittoria-di-erhurman-a-cipro-del-nord-fra-aspirazioni-di-riunificazione-e-il-rapporto-con-la-turchia/

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