Quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro? Sarà uno stimolo per la produttività o spingerà milioni di lavoratori fuori dal mercato? E sul piano geopolitico e della sicurezza: l’IA rafforzerà la cybersicurezza e la difesa, o potrebbe diventare essa stessa una minaccia? In questo contesto, molti paesi si trovano di fronte a un bivio: sfruttare l’IA per modernizzare la propria economia e rafforzare la propria sovranità tecnologica, ma anche gestire con attenzione i rischi sociali e strategici che essa comporta.
Tra i paesi europei, la Spagna è quella che ha fatto dei passi molto concreti approvando una legge che regolamenta l’utilizzo di questa tecnologia. L’obiettivo è quello di garantirne un uso etico ed inclusivo[1]. Il ministro spagnolo della Trasformazione Digitale e la Funzione Pubblica Oscàr Lopez ha infatti dichiarato[2]: “l’intelligenza artificiale è uno strumento estremamente potente, capace di portare grandi benefici, ma anche di generare rischi significativi se non adeguatamente regolamentata”.
Nel marzo 2025 il governo spagnolo ha approvato una legge nazionale sull’IA, con l’introduzione di un regime sanzionatorio che va da 7,5 a 35[3] milioni di euro per chi non rispetta criteri etico‑legali. La legge, inoltre, vieta alle aziende di AI di classificare le persone in base a dati sensibili come razza, religione, opinioni politiche o orientamento sessuale. Contestualmente, è stata istituita un’Agenzia spagnola per la supervisione dell’IA, AESIA, la prima nell’UE, con responsabilità di vigilanza, consulenza, formazione e poteri ispettivi[4].
La Spagna ha dotato il suo ecosistema IA di strumenti all’avanguardia: MareNostrum5[5] uno dei supercomputer più potenti d’Europa, è il cuore dell’iniziativa europea ALIA 40B è un modello fondazionale multilingue open‑source addestrato su MareNostrum e progettato per supportare sia la lingua spagnola che quelle co‑ufficiali¹. Queste infrastrutture sono centrali non solo per la crescita di startup e PA, ma anche per la sorveglianza algoritmica garantita dall’ECAT, il Centro europeo di trasparenza algoritmica con sede a Siviglia.
L’IA offre potenziali aumenti di produttività nei settori pubblici e privati, ma solleva preoccupazioni per la disoccupazione tecnologica. Una strategia efficace deve includere programmi di riqualificazione e upskilling, una questione cruciale già prevista nella strategia nazionale con un impegno di circa 600 milioni di euro entro il 2025.
Nel quadro della strategia di difesa di aprile 2025[6], il governo di Madrid ha stanziato 10,4 miliardi di euro per potenziare capacità dual‑use: cybersicurezza militare e civile, reti 5G sicure, calcolo quantistico e sistemi di IA per il monitoraggio automatizzato e la risposta agli incidenti e per raggiungere l’obiettivo del 2% del PIL in spesa militare. Il Comando Congiunto per il Ciberespacio (MCCE) sfrutta IA e automazione per neutralizzare attacchi contro reti difensive critiche. Il piano pone dunque l’accento sulla cybersicurezza, AI e sistemi di telecomunicazione avanzata. L’innovazione principale è lo scudo digitale con l’obiettivo di proteggersi da potenziali attacchi informatici contro infrastrutture strategiche e servizi essenziali.
La difesa spagnola si sta orientando verso sistemi sempre più predittivi, adattivi e automatizzati. Nel piano nazionale, il 19% dei fondi è destinato alla modernizzazione delle telecomunicazioni militari e all’integrazione di tecnologie avanzate come satelliti, radar intelligenti e strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Quest’ultima rappresenta un asset strategico cruciale per la sicurezza nazionale, poiché consente di raccogliere dati in tempo reale, analizzare in modo predittivo le minacce e coordinare autonomamente le risposte operative.
Parallelamente, il piano assegna il 17% delle risorse a tecnologie a doppio uso (dual-use), pensate per operare sia in ambito militare sia in emergenze civili, in linea con gli standard NATO e la necessità di interoperabilità tra forze armate e strutture civili. A questo si aggiunge un aumento del 18% degli investimenti in ricerca e sviluppo, finalizzati a sostenere un’industria della difesa sempre più autonoma e tecnologicamente avanzata, integrata nel contesto europeo. Si prevede che tali investimenti creeranno oltre 36.000 posti di lavoro diretti, con effetti moltiplicatori significativi sull’indotto industriale.
L’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del mercato del lavoro e dal punto di vista della difesa sarà fortissimo, la Spagna ha lanciato la “sfida” muovendosi per prima rispetto ad altre nazioni. Riuscirà ad impiegarla in modo etico ed inclusivo come dichiarato dal ministro Lopez? E gli altri paesi tenteranno di imitarla?
[1] Innocenti A.; Rivista AI, 2025; https://www.rivista.ai/2025/03/12/spagna-il-governo-approva-legge-sullintelligenza-artificiale/
[2] Innocenti A; Rivista AI, 2025; https://www.rivista.ai/2025/03/12/spagna-il-governo-approva-legge-sullintelligenza-artificiale/
[3] Desmarais A. ; Euronews, 2025 ; https://it.euronews.com/next/2025/03/12/spagna-pronta-ad-infliggere-multe-fino-a-35-milioni-di-euro-alle-aziende-di-ai
[4] Wikipedia; https://en.wikipedia.org/wiki/Spanish_Agency_for_the_Supervision_of_Artificial_Intelligence
[5] Romiti S. ; Agenda Sociale, 2025 ; https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/marenostrum-5-e-alia-la-spagna-costruisce-il-futuro-dellia-europea/
[6] Ricceri F, Rivista AI, 2025; https://www.rivista.ai/2025/04/24/scudo-digitale-e-intelligenza-militare-la-spagna-scommette-su-ai-e-cyber-difesa-per-la-sicurezza-del-futuro/

Laureato con lode in Economia Politica presso l’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sulla vulnerabilità economica dei lavoratori delle piattaforme digitali in Italia e sull’impatto della pandemia sulla loro insicurezza economica. Appassionato di economia del lavoro, economia dell’innovazione e geopolitica