Dalla corsa allo spazio al nuovo ordine globale

Nell’Ottobre del 1957, dopo il lancio dello Sputnik 1, ebbe inizio la feroce corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Per gran parte del XX secolo, la competizione e la ricerca della supremazia tra queste due potenze furono il motore per rapidi e straordinari progressi nell’esplorazione spaziale.

La governance di questo periodo era centralizzata e dominata dagli Stati nazionali. Il Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico (1967) rappresentò un primo compromesso tra le superpotenze: vietò la sovranità nazionale sui corpi celesti, proibì il posizionamento di armi di distruzione di massa in orbita e definì lo spazio come “patrimonio dell’umanità”. Tuttavia, nella pratica, i due blocchi sfruttavano lo spazio a scopi militari e di intelligence, integrando le infrastrutture orbitali nei propri sistemi di sicurezza.

Il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 pose bruscamente fine al sistema bipolare, aprendo la strada alla nascita di un nuovo ordine internazionale e ridefinendo le dinamiche fondamentali del dominio spaziale globale. Secondo Del Canto Viterale[1], il periodo che stiamo vivendo oggi rappresenta una fase di “transizione intersistemica”, nella quale l’umanità si trova a navigare la complessità e le sfide del nuovo ordine spaziale globale, emerso dalle ceneri del sistema bipolare. Ad oggi possiamo definire il sistema spaziale contemporaneo come un vero e proprio sottosistema del sistema internazionale, dotato di propri attori, istituzioni e norme.

Lo dimostra il numero sempre crescente di attori, sia statali che non statali, che sta emergendo nella sfera spaziale: oltre 90 agenzie spaziali governative sono attive, 80 Paesi hanno registrato satelliti e almeno 8 possiedono una piena capacità di lancio. Il Comitato delle Nazioni Unite per gli Usi Pacifici dello Spazio Extra-atmosferico (UNCOPUOS) vanta di ben 102 Stati membri, confermando un livello di partecipazione istituzionale senza precedenti.

Le nuove sfide della governance spaziale globale

In questo contesto internazionale, il sistema spaziale globale affronta una serie di sfide inedite che mettono alla prova la stabilità, la sicurezza e la governance internazionale. Due dinamiche in particolare, la ri-militarizzazione dello spazio e l’ascesa del settore privato, stanno ridefinendo i confini tra interesse pubblico e logiche di mercato, tra sicurezza collettiva e competizione strategica.

La militarizzazione e la weaponization dello spazio

Sul piano militare, lo spazio è divenuto un dominio operativo a pieno titolo. Stati Uniti, Cina, Russia, India e persino alcune potenze europee hanno istituito comandi spaziali dedicati e sviluppato tecnologie dual-use in grado di fornire vantaggi sia civili sia militari. L’uso di satelliti per l’intelligence, la navigazione e la comunicazione strategica è ormai parte integrante delle architetture di difesa nazionale. Allo stesso tempo, test di armi anti-satellite (ASAT) e la proliferazione di capacità di guerra elettronica in orbita hanno alimentato una nuova corsa agli armamenti spaziali, con rischi elevati di escalation e di creazione di detriti orbitali che minacciano l’intero ecosistema spaziale. Questa tendenza, unita all’assenza di trattati vincolanti in materia di sicurezza orbitale, configura una zona grigia di competizione permanente, in cui il principio dell’uso pacifico dello spazio viene messo sotto pressione.

La weaponization (armamento) implica lo sviluppo nuovo o potenziato di armi, generalmente destinati a contesti di conflitto[2]. Così come avvenne con la nuclearizzazione durante il XX secolo, oggi stiamo assistendo a un processo analogo di weaponization” dello spazio, con la differenza che la vacatio legis, e dunque la mancanza un quadro di trattati internazionali in grado di regolamentare tale fenomeno, sono ad oggi causa di tensioni. Infatti, a differenza della proliferazione nucleare, parzialmente regolata dal Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) del 1968, la weaponization e la militarizzazione dello spazio non sono disciplinate da alcun trattato o accordo ufficiale, alimentando così sfiducia e rivalità tra gli attori internazionali.

Le prime preoccupazioni riguardo alla weaponization spaziale emersero nel 2007, in seguito al test di un’arma anti-satellite (ASAT) condotto dalla Cina[3]. La diplomazia di Pechino ha da sempre dichiarato il proprio sostegno al controllo degli armamenti spaziali, ma, allo stesso tempo, gli analisti militari cinesi continuano a raccogliere dati sui satelliti militari statunitensi e a esprimere sostegno implicito all’armamento dello spazio. Una posizione simile si riscontra negli Stati Uniti, che da un lato promuovono misure di controllo sulla militarizzazione spaziale, ma dall’altro mantengono una forte presenza militare in orbita. Sempre più Paesi, tra cui l’India, stanno sperimentando armi ASAT, e cresce la preoccupazione che tali strumenti possano essere utilizzati per condurre conflitti nello spazio, minacciando la stabilità e la sicurezza globali.

L’ingresso del settore privato e la governance multilivello

Parallelamente, l’ingresso massiccio del settore privato ha trasformato la natura stessa dell’economia spaziale:  oltre 5.500 imprese spaziali operano a livello mondiale e, dal 2014, più di 265 miliardi di dollari sono confluiti nelle start-up del settore spaziale. Dei dati inimmaginabili all’epoca della Guerra Fredda, quando la corsa allo spazio era uno strumento di propaganda nazionale e supremazia sull’avversario. Grandi conglomerati e startup, da SpaceX a Blue Origin, da Planet Labs a OneWeb, non solo forniscono servizi di lancio e comunicazione, ma detengono un potere crescente nel definire gli standard tecnici, le traiettorie di innovazione e persino le regole informali di accesso alle orbite. Questo processo di privatizzazione funzionale e il grande flusso di capitale ad esso associato hanno iniziato a riconfigurare l’autorità nell’ambito dello spazio, spostandola dalle istituzioni pubbliche alle logiche di mercato globale, generando tensioni tra efficienza economica e la protezione di un bene collettivo. Lo spazio si configura come una governance multilivello (Multilevel Governance, MLG), in cui livelli sovranazionali, nazionali, regionali, subnazionali e privati interagiscono in modo sempre più interdipendente e complesso, non senza le relative complicazioni, quali la frammentazione e le lacune di coordinamento. Altri rischi e svantaggi di questo sistema sempre più complesso riguardano la possibile disuguaglianza e il cosiddetto “space gap” tra gli Stati e le imprese più ricche, che sono in grado di appropriarsi delle infrastrutture e di influenzare le norme, e i Paesi più piccoli, costretti a una condizione di dipendenza.

La rapida ascesa dei privati nel dominio spaziale complica notevolmente i meccanismi di governance, poiché i trattati internazionali attualmente in vigore sono stati concepiti per regolare principalmente il comportamento degli Stati. Di conseguenza, molti studiosi e decisori politici hanno sostenuto la necessità di modernizzare il diritto spaziale, al fine di affrontare le questioni legate alla partecipazione del settore privato, all’estrazione di risorse e alla sostenibilità, sottolineando come l’attuale quadro giuridico non sia adeguatamente preparato ad accogliere il massiccio afflusso di nuovi attori privati nello spazio[4].

Conclusione

La combinazione delle recenti tendenze di militarizzazione e privatizzazione nell’ambito della space governance sta producendo un nuovo tipo di vulnerabilità sistemica. Lo spazio, da bene comune e risorsa strategica collettiva per l’umanità, rischia di diventare l’ennesimo campo di contesa multipolare, dove la sovrapposizione tra potere militare, interessi economici e debolezza normativa potrebbe compromettere la sicurezza e la sostenibilità a lungo termine. Affrontare queste sfide richiede un rafforzamento delle istituzioni di governance globale, un aggiornamento del diritto spaziale internazionale e una maggiore trasparenza nelle relazioni tra governi e attori privati.


[1] Del Canto Viterale, F. (2024). Global Governance of the Space System: A Multilevel Governance Analysis. Systems, 12(9), 318

[2] Hammack, K. (2021). International Relations in Space: The Role of Miscalculation, Militarization, and Weaponization. Astropolitics, 19(3), 230–236

[3] Lauer, R. S. (2022). When States Test Their Anti-Satellite Weapons. Astropolitics, 20(1), 1-26.

[4] Hu, P. (2025). ESG IN SPACE: CREATING AN EFFECTIVE SPACE GOVERNANCE SYSTEM BY USING TERRESTRIAL ESG PRINCIPLES TO PROPERLY REGULATE PRIVATE SPACE ACTORS. [online] Santa Clara Law Digital Commons. Available at: https://digitalcommons.law.scu.edu/lawreview/vol65/iss3/4/

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