Banca Unicredit
Risiko bancario italiano

Il termine “risiko bancario” è ormai divenuto una metafora ricorrente nei media italiani per raccontare la crescente ondata di acquisizioni, Offerte Pubbliche d’Acquisto (OPA), Offerte Pubbliche di Scambio (OPS) e fusioni che negli ultimi mesi stanno ridefinendo il settore bancario, a partire dal caso UniCredit–Commerzbank del settembre 2024. Da allora, protagonisti come Banco BPM, Monte Dei Paschi di Siena (MPS), Mediobanca e Generali sono entrati in scena, dando impulso a un riassetto ancora più ampio.

Con circa il 20% dell’intera capitalizzazione di mercato italiana in gioco, ed un bacino di 31 milioni di clienti effettivi e il coinvolgimento di figure chiave, del governo ad attori privati come Del Vecchio e Caltagirone, la posta in palio è altissima.

Dopo gli aumenti dei tassi d’interesse da parte della BCE, nel 2022, le banche hanno registrato margini d’interesse e livelli di redditività record, mai visti dalla Grande Crisi Finanziaria del 2007-2008, il che ha portato a un forte incremento delle riserve di liquidità e ha aperto nuove opportunità di investimento. Inoltre, ora rafforzate dalle normative europee e desiderose di entrare nel gioco dei Grandi per competere a livello continentale, le banche italiane stanno ridefinendo la geopolitica del settore.

UNICREDIT ALLA CONQUISTA DELLA LEADERSHIP DI MERCATO

UniCredit-Commerzbank: l’11 settembre 2024 UniCredit ha annunciato di aver raggiunto una partecipazione del 9% in Commerzbank[1], il quarto maggiore istituto di credito tedesco.
La banca milanese, guidata dal banchiere veterano Andrea Orcel, ha aumentato ulteriormente la propria quota tramite il ricorso a strumenti derivati, arrivando infine al 29,9%, una mossa formalmente approvata dalla BCE il 14 marzo 2025.[2]
Dopo la Banca Centrale Europea, anche l’Antitrust tedesco ha dato luce verde alla scalata di Commerzbank da parte di Unicredit.

C’è prudenza, però, da partedella banca italiana, che è giustificata anche dal nodo politico. Da Berlino non arrivano segnali incoraggianti sull’operazione, dopo le elezioni che hanno visto la vittoria della CDU guidata da Merz. «Continueremo a sostenere gli sforzi di Commerzbank per mantenere la propria indipendenza», aveva dichiarato a metà marzo un portavoce del ministero delle Finanze[3]. Anche per questa ragione, l’orizzonte temporale di una eventuale aggregazione per Unicredit resta quello del 2026.
La strategia chiave di UniCredit è rafforzare ulteriormente la propria presenza paneuropea, pilastro del piano “UniCredit Unlocked”.

Come mai UniCredit ha scelto, strategicamente, di fermarsi al 29,9% del capitale di Commerzbank? Per evitare di superare la soglia del 30%, che in Germania e nel sistema normativo europeo rappresenta il limite oltre il quale scatta automaticamente l’obbligo di lanciare un’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) sull’intero capitale restante. Superare questa soglia significherebbe, per UniCredit, dover acquistare potenzialmente tutte le azioni in circolazione, con costi economici elevatissimi e un’esposizione ben più ampia, sia finanziaria che politica.

Restare sotto il 30% consente alla banca italiana di avere un’influenza significativa nella governance di Commerzbank, senza però assumerne il controllo formale. Inoltre, questa soglia rappresenta un compromesso tattico anche sul piano politico: il governo tedesco resta contrario a una vera e propria acquisizione straniera della banca, considerata un asset strategico nazionale.

UniCredit-Banco BPM[4]: A fine novembre 2024, UniCredit si è mossa anche con un’Offerta Pubblica di Scambio (OPS) su Banco BPM del valore di circa 10 miliardi di euro, offrendo un premio di acquisizione praticamente pari a zero. L’assenza di un premio è stata attribuita a preoccupazioni riguardo alle cosiddette sinergie di costo: ovvero quei costi operativi che possono essere eliminati a causa di duplicazioni ed inefficienze dopo una fusione o acquisizione; specialmente considerando gli sforzi di integrazione di Banco BPM e le acquisizioni recenti inizializzate dallo stesso istituto.

Essendo il terzo prestatore più grande d’Italia, Banco BPM è al centro del piano di governo italiano per creare un “Terzo Polo Bancario Italiano” dopo colossi del calibro di Intesa Sanpaolo e UniCredit. Nonostante la chiara opposizione di diversi ministri italiani, che continuano a minacciare l’uso della norma sul Golden Power, e le preoccupazioni riguardo normative antitrust, la Consob ha approvato l’accordo in data 2 aprile 2025. Tuttavia Unicredit rimane cauta, poiché il diniego di applicare il Danish Compromise a Banco BPM, a seguito dell’acquisizione di Anima SGR, costerà all’istituzione circa 1 miliardo di euro; questo potrebbe innescare un ritiro dell’offerta da parte di UniCredit. Il Danish Compromise non è nient’altro che un principio che consente di derogare le normative Antitrust in caso di fusioni o acquisizioni di istituti bancari o finanziari, rendendo flessibili quelle che sono le limitazioni patrimoniali, quando si ritiene che l’operazione possa avere benefici strategici o di interesse pubblico, nonostante possa ridurre concorrenza.

UniCredit-Generali: oltre alle offerte di acquisizione complete, UniCredit ha annunciato di aver acquisito una quota del 10% in Generali, il terzo assicuratore più grande d’Europa e il principale gestore di asset in Italia.

In effetti, la banca potrebbe mirare a costruire un enorme gruppo di Banca-Assicurazione attraverso acquisizioni o partnership.

Una possibile strategia per la banca potrebbe essere la seguente:

  • agire come sostenitrice del rinnovo Dironi-Donnet (rispettivamente Presidente e CEO di Generali), già confermato e guidato da Mediobanca, sfruttando la reputazione di Orcel per attrarre altri investitori dalla loro parte;
  • tentare di acquisire il controllo di Generali offrendo un’alternativa a Natixis, un attore francese che cerca una fusione tra le due società.

Unicredit-Golden Power:[5] il Golden Power fu introdotto nel 2012 come evoluzione – dal punto di vista delle conformità UE – rispetto al Golden Share. Si tratta di uno strumento che conferisce all’esecutivo italiano un potere speciale – da esercitare solo in determinati casi – per proteggere gli interessi nazionali in settori strategici anche nelle operazioni tra aziende private, sia italiane che estere, sul territorio italiano. È, quindi, uno strumento che serve per evitare che il controllo di aziende cruciali per l’economia o la sicurezza nazionale finiscano in mani non affidabili o che si prendano decisioni dannose per il sistema-Paese. Il 22 Aprile 2025, il Golden Power è stato per la prima volta applicato ad un istituto finanziario nell’OPS di UniCredit nei confronti di Banco BPM. Decreto firmato sia dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, che dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, i qualihanno formalmente autorizzato l’operazione zavorrandola però di importanti limitazioni[6]:

  1. Disimpegno dalla Russia entro 9 mesi, dove è una delle poche banche occidentali ancora operative dopo l’invasione dell’Ucraina;
  2. Mantenimento del rapporto prestiti/depositi per i prossimi 5 anni;
  3. Controllo sulle cessioni di asset strategici, UniCredit non potrà vendere asset considerati sensibili, come i titoli di stato italiani di Anima holding, senza autorizzazione del Governo italiano.

Bruxelles ha chiesto chiarimenti al governo italiano sull’applicazione del Golden Power in acquisizioni di istituti finanziari interni al Paese, non riuscendo ad individuare chiaramente il ‘pubblico interesse’ che tale acquisizione andrebbe a ledere. Se riscontrerà una violazione del diritto dell’Ue, Bruxelles potrebbe chiedere la revoca o la modifica delle prescrizioni in maniera informale attraverso il Sistema EU Pilot. L’avvio di una procedura d’infrazione resta l’ultima ipotesi, formale, in caso di mancato allineamento degli Stati membri. 

JOINT VENTURE GENERALI-NATIXIS: RISPARMI ITALIANI IN MANI STRANIERE?

Il 21 Gennaio, le due aziende hanno firmato un accordo non vincolante per acquisire ciascuna una quota del 50% dell’altra, creando una joint venture che diventerebbe il secondo maggiore gestore di asset in Europa, con un Asset Under Management di 1,9 trilioni di euro. Si prefigurano, quindi, importanti sinergie di costo, poiché le due aziende hanno presenze geografiche complementari in Italia, Francia e Stati Uniti.

Francesco Caltagirone, azionista di Generali che possiede il 6,9% della compagnia italiana e detiene anche una quota rilevante in Mediobanca, principale azionista di Generali, si è opposto all’accordo. Il governo italiano supporta implicitamente la sua posizione, con diverse osservazioni fatte a riguardo alla necessità di non lasciare “i risparmi degli italiani” nelle mani di istituzioni straniere.[7]

BANCA IFIS E ILLIMITY: UNA MOSSA PER RAFFORZARE LA FETTA DI MERCATO DI ENTRAMBE?

Dopo un anno di performance sottotono dell’andamento delle azioni, Illimity è diventata oggetto di un’offerta di acquisizione da parte di Banca Ifis I’8 gennaio 2025. L’offerta, valutata a quasi 300 milioni di euro e strutturata come un’operazione mista in contante e azioni, in gergo OPAS, con un modesto premio del 5%, mira ad acquisire il controllo totale della banca digitale. L’obiettivo dichiarato era quello di creare un attore più forte e diversificato nel settore della finanza specialistica in Italia.

Sebbene non richiesta, il Consiglio di Amministrazione di Illimity Bank non ha considerato l’offerta come ostile. Banca Ifis ha presentato l’operazione come una naturale convergenza industriale, mirata a capitalizzare le forze complementari nel prestito alle PMI, nei servizi e nell’innovazione

La proposta si allinea con la visione a lungo termine di Banca Ifis, e mira a sbloccare sinergie di ricavi e costi, insieme ai vantaggi di un’economia di scala.

Banca Ifis ha ricevuto verso fine aprile l’autorizzazione della BCE per l’OPAS su Illimity Bank.

Al gruppo veneto manca solo il via libera di Bankitalia, dato per scontato in seguito al nulla osta della Bce.

Tuttavia, il mercato rimane cauto in quanto le differenze culturali e le incertezze sulla governance sollevano preoccupazioni sulla buona riuscita dell’operazione[8].

BPM SCEGLIE ANIMA HOLDING SGR[9]

Nel novembre 2024, Banco BPM ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto volontaria interamente in contanti, per un controvalore di 6,20 euro per azione, con un premio dell’8% rispetto all’ultimo prezzo di chiusura, per acquisire il controllo totale di Anima Holding, il più grande gestore patrimoniale quotato in Italia con oltre 200 miliardi di euro di attivi in gestione. Al momento dell’offerta, Banco BPM deteneva già una partecipazione del 22% in Anima, frutto di una lunga partnership industriale.

L’operazione mira a consolidare il modello di Banca-Assicurazione di BPM e a creare un gruppo finanziario verticalmente integrato, internalizzando la propria divisione di gestione degli asset.

Tuttavia, tra l’aumento dell’interesse del mercato e le speculazioni sul ruolo della banca nel più ampio quadro del Risiko italiano, il prezzo delle azioni di Anima ha continuato a salire, arrivando a 6,90 euro all’inizio di febbraio 2025.

Di fronte al crescente rischio di rifiuto da parte degli azionisti di minoranza e con l’obiettivo di garantire l’allineamento di intenti con i principali stakeholder istituzionali, Banco BPM ha aumentato l’offerta a 7,00 euro per azione. La mossa è arrivata dopo l’offerta di acquisizione (non richiesta) di UniCredit per Banco BPM a fine novembre 2024 ed è stata vista come parte di una strategia difensiva più ampia. Accelerando l’accordo con Anima e migliorando l’offerta, BPM mirava a rafforzare il suo profilo strategico e rendere più difficile, e costosa, una potenziale acquisizione.

Il risultato dell’offerta pubblica di acquisto ha confermato questo impegno. Grazie ad essa, Banco BPM ha acquisito un ulteriore 67,97% di Anima, portando la sua partecipazione totale al 89,95% ad aprile 2025, una quota che consente un’integrazione strategica totale e apre la strada a un potenziale delisting.

L’acquisizione non è stata solo significativa sotto il profilo industriale, ma anche tatticamente decisiva.

Incorporando Anima, Banco BPM ha consolidato la propria esposizione a Monte dei Paschi di Siena, arrivando a una partecipazione complessiva del 9% – di cui il 5% detenuto direttamente e il 4% tramite Anima. Questa posizione potrebbe rivelarsi cruciale nell’influenzare l’esito dell’offerta in corso di MPS per Mediobanca.

Nel frattempo, in uno sviluppo parallelo, la BCE ha autorizzato Crédit Agricole ad aumentare la propria partecipazione in Banco BPM al 19,9%. Il gruppo bancario francese, già il principale azionista di BPM, rappresenta un ostacolo strategico per Andrea Orcel e la sua UniCredit, complicando ulteriormente il percorso di quest’ultima verso un consolidamento tutto italiano.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA SCENDE IN CAMPO NEL RISIKO CON UNA MOSSA IMPENSABILE

Verso fine gennaio, Banca Monte dei Paschi (MPS) ha annunciato un’offerta non richiesta di 13,3 miliardi di euro per il suo rivale più grande, Mediobanca, offrendo un premio di quasi il 5% rispetto al prezzo delle azioni. Monte dei Paschi ha probabilmente effettuato questa mossa per proteggersi da una proprietà indesiderata, sia da parte di investitori esteri che di UniCredit, che potrebbe cercare di acquisire il controllo della banca tramite BPM se quest’ultima operazione venisse finalizzata.

Tuttavia, MPS ha ottenuto il sostegno del Governo Italiano, che detiene ancora una partecipazione del 12%, nonché il supporto delle famiglie Caltagirone e Del Vecchio, che insieme possiedono il 15% della società.

Mediobanca ha fermamente respinto l’offerta, definendola ostile e sottolineando che i modelli di business delle due banche, banca commerciale per MPS e principalmente banca d’investimento e gestione patrimoniale per Mediobanca, avrebbero comportato più costi che sinergie[10].

BPER E BANCA POPOLARE DI SONDRIO: LA MOSSA INDIRETTA DI UNIPOL?

I primi di febbraio, BPER ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto per Banca Popolare di Sondrio, valutando l’istituto del Nord Italia 4,3 miliardi di euro, con un premio del 6,6%. L’operazione è stata descritta come una mossa “difensiva” per posizionarsi nell’attuale ondata di consolidamento, anche se alcune voci hanno suggerito un’operazione orchestrata da Unipol. Infatti, Unipol detiene partecipazioni di maggioranza in entrambe le banche e potrebbe puntare a creare un grande polo bancario nell’area Modena-Bologna[11].

RESTA AI BOX INTESA SANPAOLO

Intesa Sanpaolo sembra ancora restare alla finestra. Il perché lo ha spiegato l’ad, Carlo Messina, dichiarando di non avere alcuna intenzione di partecipare a operazioni di fusioni e acquisizioni in Italia, a parte il fatto che anche sul fronte Antitrust Intesa, capitalizzando 90 miliardi di euro, è in una posizione tale che sarebbe difficile fare operazioni atte a creare ulteriore valore. Messina ha dichiarato «vogliamo essere lontani dalla confusione che c’è sul mercato», un caos tale che «io stesso faccio fatica a mettere insieme tutti i pezzi», ha detto ancora il banchiere.[12]

CHI USCIRÀ VINCITORE DAL RISIKO D’ALTA FINANZA?

Come possiamo vedere, sono coinvolti diversi attori in quella che potrebbe diventare la ristrutturazione finanziaria più significativa dell’industria bancaria italo-europea dagli anni ’90.

Attori come UniCredit stanno giocando su più fronti, avanzando offerte per conquistare fette importanti di mercato, mentre altri come BPER e MPS stanno utilizzando le offerte come mosse tattico-difensive. Il 2025 sarà probabilmente l’anno cruciale per il Risiko bancario, poiché diversi Consigli di Amministrazione sono pronti a incontrarsi e le istituzioni nazionali e sovranazionali, Governo Italiano e BCE, dovrebbero quindi prendere una decisione sull’uso pertinente dei poteri speciali dell’esecutivo italiano (Golden Power).

Nei prossimi mesi potremmo assistere alla nascita di pochi grandi poli bancari che si contenderanno il controllo del credito e del risparmio nel Paese; il rischio è che l’equilibrio tra mercato e politica si spezzi: troppo interventismo potrebbe allontanare capitali, mentre troppa apertura potrebbe favorire la svendita di asset strategici. Il risultato finale non dipenderà solo da chi acquisirà chi, ma da quale modello di banca – pubblica, privata, nazionale o europea – prevarrà nella ridefinizione del sistema finanziario italiano.

Figura 1: La mappa del risiko bancario italiano – Fonte: Milano Finanza


[1] Fonte: Unicreditgroup; Comunicato Stampa; 2024; https://www.unicreditgroup.eu/it/press-media/press-releases-price-sensitive/2024/september/press-release.html

[2] Fonte: Ilsole24ore; Unicredit, ok Bce a salire fino al 29,9% in Commerzbank; 2025; https://www.ilsole24ore.com/art/bce-autorizza-unicredit-salire-fino-299percento-commerzbank-AGnxwXWD?utm

[3] Fonte: MilanoFinanza; Unicredit-Commerzbank: l’Antitrust tedesco dà l’ok a Orcel per salire al 29,9%; Luca Gualtieri; 2025; https://www.milanofinanza.it/news/unicredit-commerzbank-l-antitrust-tedesco-da-l-ok-a-orcel-per-salire-al-29-9-ora-puo-convertire-i-derivati-202504141221577798?refresh_cens#google_vignette

[4] Fonte: Jeme; Il risiko bancario italiano; 2025; https://jeme.it/wp-content/uploads/2025/04/JEME-CAPITAL-SpecialEdition_09.04-4.pdf

[5] Fonte: MilanoFinanza; Unicredit-Banco BPM, ecco come funziona il golden power e a che punto è il confronto tra Orcel e governo.; Luca Carrello; 2025; https://www.milanofinanza.it/news/unicredit-banco-bpm-ecco-come-funziona-il-golden-power-e-a-che-punto-e-il-confronto-tra-orcel-e-governo-202505131257356842

[6] Fonte: LaRepubblica; A Unicredit 5 anni di divieti. “Non toccate i risparmi italiani”; Giuseppe Colombo, Giovanni Pois; 2025; https://www.repubblica.it/economia/2025/04/20/news/unicredit_bpm_ops_governo_meloni_prescrizioni-424138770/

[7] Fonte: Jeme; Il risiko bancario italiano; 2025; https://jeme.it/wp-content/uploads/2025/04/JEME-CAPITAL-SpecialEdition_09.04-4.pdf

[8] Fonte: Banca Ifis; Comunicato stampa; 2025; https://www.bancaifis.it/comunicati-stampa/dopo-al-via-libera-ricevuto-dalla-bce-banca-ifis-ottiene-anche-le-autorizzazioni-di-banca-ditalia-per-lofferta-su-illimity-bank-s-p-a/

[9] Fonte: Jeme; Il risiko bancario italiano; 2025; https://jeme.it/wp-content/uploads/2025/04/JEME-CAPITAL-SpecialEdition_09.04-4.pdf

[10] Fonte: Il Sole 24 Ore; Mps, affondo su Mediobanca: offerta di scambio totalitaria; 2025; https://www.ilsole24ore.com/art/bloomberg-mps-valuta-accordo-mediobanca-AGuS8wVC

[11] Fonte: Forbes; Bper e l’ops su Popolare di Sondrio: la mossa di Unipol per essere protagonista; Massimiliano Carrà; 2025; https://forbes.it/2025/02/07/bper-e-lops-su-popolare-di-sondrio-la-mossa-di-unipol-per-essere-protagonista/

[12] Fonte: Milano Finanza; Messina esclude Intesa Sanpaolo dal Risiko: su Mps-Mediobanca vinca il mercato. La presenza dello stato? Non mi preoccupa.; Luca Gualtieri; 2025; https://www.milanofinanza.it/news/messina-esclude-intesa-sanpaolo-dal-risiko-su-mps-mediobanca-vinca-il-mercato-la-presenza-dello-stato-202502042037372062?refresh_cens#google_vignette

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