LA DIPLOMAZIA DEL VATICANO NEL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO: BUCO NELL’ACQUA O REALE OPPORTUNITÀ DI DIALOGO?

Dopo più di tre anni dall’inizio dell’invasione militare russa nel territorio ucraino, quasi nulla sembra essere cambiato. Il conflitto persiste, nonostante la ferma condanna internazionale, concretizzata attraverso l’adozione di diverse risoluzioni ONU a favore dell’integrità territoriale dell’Ucraina [1] e le concrete sanzioni –non solo– economiche adottate dall’Unione Europea nei confronti della Russia. [2]

La complessità dei negoziati di pace è stata evidenziata sin da subito dai già falliti tentativi di riconciliazione nel 2022 –a pochi mesi dall’inizio dell’offensiva russa–, quando i negoziatori russi e ucraini si sono riuniti in Bielorussia e in Turchia. In questa sede, i rappresentanti degli Stati coinvolti hanno discusso delle possibili vie di pace, che sono però naufragate a causa delle condizioni–considerate inaccettabili– imposte dalla Federazione Russa.[3]

Ad incidere ulteriormente sugli equilibri geopolitici internazionali che si riflettono sul conflitto –ormai di portata globale– sono intervenuti anche due eventi storici, che potrebbero influenzare il destino della guerra: l’elezione di Donald Trump come quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti e l’elezione del nuovo Papa Leone XIV.

Quest’ultimo, subito dopo la nomina, ha assunto un ruolo diplomatico attivo proponendo la Santa Sede come luogo di mediazione per costruire un dialogo di pace tra Russia e Ucraina.

La Santa Sede, infatti, sin dall’inizio del conflitto, ha mantenuto una posizione equilibrata basata su un impegno per la pace. Anzi, avvalendosi della sua posizione di “Chiesa universale” svincolata da interessi nazionali, il Vaticano sembrerebbe essersi affermato come interlocutore credibile e imparziale in grado di ottenere fiducia sia da Kiev che da Mosca. [4]                                                                                                          

I rapporti però tra il Vaticano e gli Stati coinvolti nel conflitto non sono sempre stati lineari. Sebbene la Chiesa guidata da Papa Francesco abbia costantemente ribadito l’importanza del dialogo, lanciando appelli per la pace ed invitando entrambe le Nazioni a deporre gli armamenti e negoziare, Francesco aveva deciso che la Chiesa dovesse rimanere terza.[5] Cercando infatti un dialogo –rivelatosi inefficace e pieno di incomprensioni– sia con la Federazione Russa sia con l’Ucraina, la scelta neutralista di Bergoglio è stata criticata più volte dall’Occidente –talvolta anche banalizzata. Si ricordano, a tal proposito, alcune vicende oggetto di forti reazioni nel mondo della politica: il caso della Via Crucis al Colosseo, con il Papa che chiede a due donne, una di nazionalità russa e l’altra ucraina, una riflessione di condanna alla guerra. Il gesto è stato poi sanzionato dall’ambasciatore di Zelensky presso la Città del Vaticano – insieme alle parole del Papa, che aveva attribuito la responsabilità dello scoppio del conflitto “all’abbaiare della NATO alle porte della Russia”. [6]

Oltre a ciò, a causa di progressive difficoltà motorie che lo hanno limitato fisicamente nell’effettuare viaggi durevoli, Francesco aveva affidato al cardinale Matteo Zuppi –arcivescovo di Bologna– la gestione di un dossier molto delicato: la possibile apertura di un dialogo diplomatico sulla gestione di aiuti umanitari. Considerato infatti dal Papa un uomo di grande dialogo e di visione universale, che ha nella sua storia l’esperienza del lavoro fatto in Mozambico nella ricerca della pace, Zuppi si è recato a Kiev, Mosca, Washington e Pechino nell’arco del 2024. La “saggezza” vaticana aveva considerato di chiamare in causa anche altri interlocutori di peso –a cominciare dagli Stati Uniti e dalla Cina. Di particolare importanza, in ogni caso, rimane la trasferta del cardinale in Russia, volta a favorire il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini e lo scambio di prigionieri, in vista del raggiungimento della tanto sperata pace[7] –cosa che si è materializzata il 16 maggio 2025 durante i colloqui faccia a faccia a Istanbul. [8] Invero, in tale sede, oltre ad uno scambio di documenti contenenti le prese di posizione dei rispettivi Paesi, mediati dalla diplomazia turca, 1000 prigionieri russi e ucraini sono stati rimpatriati.

Suddetto contesto è stato inoltre segnato dalla morte di Papa Francesco il 21 aprile 2025, che ha portato una situazione difficilmente ripetibile: i funerali di Bergoglio hanno riunito i grandi della Terra.

Dopo aver infatti reso omaggio al Papa, il Presidente americano Trump si è appartato con il leader ucraino in un breve faccia-a-faccia; un gesto simbolico, che è stato catturato dalla famosa foto che ritrae i due parlare in un angolo della Santa Sede, seguita da alcune dichiarazioni di entrambi i Presidenti di una condanna dell’aggressione russa.[9]

Da qui, l’elezione di Prevost come nuovo Vescovo di Roma e Papa. Quest’ultimo ha sin da subito sottolineato l’importanza della realizzazione della pace. Secondo Francesco Strazzari, docente di Relazioni internazionali alla Scuola Superiore universitaria Sant’Anna di Pisa, ponendosi come mediatore tra i due Stati, il nuovo Papa “può giocare un ruolo fondamentale nella guerra alle porte dell’Europa”.[10]

Con tale avvenimento, Mosca ha però puntualizzato il suo generale atteggiamento scettico nei confronti della Chiesa cattolica, che seppur dichiaratosi “Chiesa universale” –come prima detto– è percepita storicamente vicina agli interessi occidentali, e quindi opposta a quelli russo-ortodossi.[11]

Secondo il capo della diplomazia di Mosca, infatti, “non sarebbe elegante che Paesi Ortodossi come l’Ucraina e la Russia trattino in una sede cattolica delle questioni relative all’eliminazione delle cause fondamentali del conflitto”. A tal proposito, il Direttore Generale per gli affari politici e per la sicurezza internazionale al Ministero degli Esteri italiano, Pasquale Ferrara, ha affermato che la diffidenza nei confronti di una possibile mediazione vaticana da parte di Mosca era in realtà già presente con Papa Francesco come anche è presente adesso per ragioni legate proprio alla –storica– freddezza tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa Cattolica”.

A questo punto, permangono dei dubbi sulle reali intenzioni della Russia di raggiungere un cessate il fuoco permanente, anche alla luce di un video recentemente diffuso in cui Prevost –quando ancora era vescovo in Perù– definisce l’aggressione russa in Ucraina come “un’autentica invasione imperialista in cui la Russia vuole conquistare un territorio per motivi di potere e per ottenere vantaggi per sé”. [12]

Il percorso verso la pace sembra dunque essere ancora molto lungo ed altalenante. Tuttavia, la Chiesa, secondo la sua stessa dottrina, non può abbandonare i tentativi di persuasione anche ai più alti livelli diplomatici e politici.[13]  Il dubbio che ci si pone consiste nella sua solidità: potrà essere riconosciuto al Vaticano il merito di un mediatore reale, terzo ed imparziale, che porterà ad un cessate al fuoco effettivamente duraturo o tutte le richiamate premesse fanno pensare ad un “tutto fumo e niente arrosto”?


[1] United Nations, Undicesima Sessione Speciale d’Emergenza, GA/12675, 20° e 21° incontro (mattina e sera), 24 febbraio 2025,https://press.un.org/en/2025/ga12675.doc.htm?utm_source=  

[2] Dal 22 febbraio 2022 ad oggi, sono stati adottati dall’Unione Europea, infatti, 17 pacchetti di sanzioni contro la Federazione Russa, insieme a dei pacchetti sanzionatori di allineamento nei confronti di Bielorussia ed Iran, consultabili al sito del Consiglio dell’Unione Europea https://www.consilium.europa.eu/it/policies/sanctions-against-russia/timeline-packages-sanctions-since-february-2022/

[3] Secondo alcune notizie che erano state fatte trapelare dal New York Times (Ukraine-Russia Peace Is as Elusive as Ever. But in 2022 They Were Talking. – The New York Times) e dal Wall Street Journal (Exclusive | Putin’s Punishing Peace Deal for Ukraine Revealed – WSJ) nel 2024, le condizioni russe da osservare per arrivare ad una soluzione pacifica prevedevano che l’Ucraina debba diventare uno Stato permanentemente neutrale e non aderire a blocchi militari come la NATO. La Crimea sarebbe rimasta russa ma senza il riconoscimento di Kiev, che sarebbe stata costretta a non disporre di armi straniere e a ridurre le sue Forze armate, che dovevano passare a 85mila effettivi, 342 carri armati e 519 pezzi di artiglieria. La lingua russa doveva essere usata su un piano paritario con l’ucraino, mentre le sorti del Donbass sarebbero state discusse in un secondo momento.

[4] E.R.S.A.F. – Ente di Ricerca Scientifica ed Alta Formazione, Il Vaticano protagonista nei negoziati di pace tra Russia e Ucraina: perché la Chiesa di Leone XIV può mediare e quella di Kirill no, ERSAF, 26 maggio 2025, https://www.ersaf.it/edunews/il-vaticano-protagonista-nei-negoziati-di-pace-tra-russia-e-ucraina-perche-la-chiesa-di-leone-xiv-puo-mediare-e-quella-di-kirill-no/

[5]   Adonia F. M., Papa Francesco e la guerra tra russi e ucraini: «l’abbaiare della NATO» e la difficile missione di pace, domus-europa.eu, 5 dicembre 2023, https://domus-europa.eu/2023/12/05/papa-francesco-e-la-guerra-tra-russi-e-ucraini-labbaiare-della-nato-e-la-difficile-missione-di-pace-di-fernando-massimo-adonia/

[6] Redazione di “Il Giornale d’Italia – Il quotidiano indipendente”, Quando Papa Francesco attribuì le cause della guerra “all’abbaiare della NATO alle porte della Russia”, 22 aprile 2025, Quando Papa Francesco attribuì le cause della guerra in Ucraina “all’abbaiare della Nato alle porte della Russia” – Il Giornale d’Italia

[7] Cernuzio S., Zuppi a Mosca a colloquio con Antonij sui problemi umanitari nel conflitto in Ucraina, Vatican News, 15 ottobre 2024, https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2024-10/mosca-missione-zuppi-incontro-metropolita-antonij-lvova-belova.html

[8] Vakulina S. e Blackburn G., Zelensky: completata la prima parte dello scambio di prigionieri di guerra tra Ucraina e Russia, Euronews, 23 maggio 2025,https://it.euronews.com/2025/05/23/zelensky-completata-la-prima-parte-dello-scambio-di-prigionieri-di-guerra-tra-ucraina-e-ru

[9] S. Mesisca, Guerra in Ucraina, al funerale di Papa Francesco proseguono le trattative per la pace, Panorama,  2025, https://www.panorama.it/attualita/esteri/funerale-papa-francesco-proseguono-gli-sforzi-per-la-pace

[10] Bolognini L., Papa Leone, il confronto con Bergoglio: “Il realismo di Prevost sulla guerra in Ucraina”, Quotidiano Nazionale, 12 maggio 2025, https://www.quotidiano.net/esteri/il-confronto-con-bergoglio-il-7658d5ad

[11] Cantone S., Perché una mediazione vaticana nel conflitto ucraino è una missione improbabile, Euronews, 23 maggio 2025,Perché una mediazione vaticana nel conflitto ucraino è una missione improbabile | Euronews

[12] Vitaloni M., Cosa diceva papa Leone XIV della guerra tra Ucraina e Russia quando era vescovo, le parole di Prevost, Virgilio.it, 11 maggio 2025, https://www.virgilio.it/notizie/cosa-diceva-papa-leone-xiv-della-guerra-tra-ucraina-e-russia-quando-era-vescovo-le-parole-di-prevost-1677934

[13] Cantone S., Perché una mediazione vaticana nel conflitto ucraino è una missione improbabile, Euronews, 23 maggio 2025, Perché una mediazione vaticana nel conflitto ucraino è una missione improbabile | Euronews

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *