La rotta balcanica
Rotta balcanica

L’evoluzione delle reti logistiche nei Balcani rappresenta un fenomeno complesso, plasmato da una combinazione di fattori geografici, economici, politici e di sicurezza. Conosciamo tutti la regione balcanica la quale da sempre è un crocevia di civiltà e culture e che ha assunto negli ultimi decenni un ruolo strategico fondamentale nella configurazione delle rotte commerciali tra Europa, Medio Oriente e Asia. Tuttavia, la storia recente dei Balcani è stata anche contrassegnata da profondi conflitti, crisi etniche e da una persistente instabilità politica, elementi che hanno inciso profondamente sullo sviluppo delle infrastrutture logistiche e sulle dinamiche di sicurezza, con particolare riferimento al rischio di infiltrazioni terroristiche nelle reti di trasporto e nei flussi commerciali. Nell’analisi di oggi, cercheremo di far luce su quelle che sono le caratteristiche di queste reti e come esse stesse stiano cambiando radicalmente alla luce delle sfide geopolitiche attuali.

Dalla dissoluzione della Jugoslavia negli anni ’90, i Balcani hanno attraversato un periodo di profonda transizione, in cui la ricostruzione delle infrastrutture logistiche è diventata una priorità, infatti, i conflitti armati, in particolare in Bosnia-Erzegovina, Kosovo e Macedonia del Nord, hanno distrutto gran parte delle reti ferroviarie e stradali, interrompendo il collegamento tra i principali nodi economici della regione. Con il supporto dell’Unione Europea, della Banca Mondiale e di altri organismi internazionali, i paesi balcanici hanno avviato programmi di ricostruzione e ammodernamento che hanno visto la creazione di nuovi corridoi logistici, come il Corridoio VIII (che collega l’Adriatico al Mar Nero) e il Corridoio X (che attraversa Serbia, Croazia, Bulgaria e Grecia). Questi corridoi sono diventati fondamentali per il transito di merci e persone, contribuendo all’integrazione economica della regione e alla sua crescente importanza nel commercio internazionale.

Parallelamente, l’espansione delle reti logistiche ha anche sollevato inevitabilmente questioni relative alla sicurezza. Negli ultimi anni infatti, i Balcani sono stati a lungo considerati una “zona grigia” per quanto riguarda le attività criminali transnazionali, inclusi il traffico di armi, droga, esseri umani e il riciclaggio di denaro e proprio in questo contesto, il rischio che le infrastrutture logistiche venissero utilizzate anche per scopi terroristici non è stato trascurabile. Durante gli anni 2000, con l’emergere del jihadismo globale e la guerra al terrorismo, è emersa la preoccupazione che la regione potesse fungere da area di transito per militanti islamisti diretti verso il Medio Oriente o l’Europa occidentale. Alcuni rapporti dell’Europol e dell’Interpol hanno evidenziato come il Kosovo, la Bosnia-Erzegovina e l’Albania abbiano registrato un numero significativo di foreign fighters partiti per combattere in Siria e Iraq, molti dei quali hanno utilizzato le reti logistiche locali per spostarsi, principalmente  sfruttando l’assenza di controlli rigorosi alle frontiere e la presenza di rotte secondarie non presidiate.

I porti del Mar Adriatico, inoltre, come quelli di Durazzo (Albania) e Bar (Montenegro), così come i valichi di confine nei pressi di Skopje, Pristina e Sarajevo, sono stati indicati come potenziali punti di ingresso o uscita per traffici illeciti collegati anche a cellule terroristiche. L’evoluzione tecnologica, inclusa l’introduzione di sistemi di tracciamento satellitare, scanner biometrici e controlli doganali digitalizzati, ha rappresentato un tentativo di rafforzare la sicurezza delle reti logistiche, ma sfortunatamente non ha completamente eliminato le vulnerabilità, specialmente nelle zone più periferiche e meno sorvegliate che ancora godono di molteplici “zone grigie”.

Nel corso dell’ultimo decennio, l’interesse strategico della Cina attraverso l’iniziativa Belt and Road ha portato nuovi investimenti infrastrutturali nei Balcani, con particolare attenzione a ferrovie, autostrade e porti e sebbene tali progetti abbiano migliorato l’efficienza delle reti logistiche, essi hanno sollevato interrogativi sulla sovranità economica e sulla possibilità che la maggiore connettività venga sfruttata anche da attori non statali ostili. La presenza di organizzazioni estremiste, seppur marginale, continua a rappresentare un rischio latente, in quanto le reti logistiche possono fungere da facilitatori per lo spostamento di individui e materiali destinati a scopi terroristici.

Cosa ci aspetta quindi in futuro? Beh, l’evoluzione delle reti logistiche nei Balcani è stata caratterizzata da una costante tensione tra modernizzazione e sicurezza e mentre gli investimenti infrastrutturali hanno senza dubbio migliorato la connettività della regione con il resto dell’Europa e del mondo, la persistente fragilità istituzionale e la storica permeabilità dei confini continuano a costituire fattori di rischio. Per garantire uno sviluppo sostenibile e sicuro, sarebbe fondamentale che gli Stati balcanici rafforzino la cooperazione regionale, adottino standard europei in materia di sicurezza delle infrastrutture e integrino le politiche logistiche con quelle antiterrorismo, al fine di prevenire l’uso improprio delle reti da parte di gruppi radicali e/o criminali organizzati.

Fonti:

1. Bieber, F.; The Western Balkans in the World: Linkages and Relations with Non-Western Countries; Routledge; 2020. 

2. European Union Agency for Law Enforcement Cooperation (Europol); European Union Terrorism Situation and Trend Report (TE-SAT); Europol; 2023; https://www.europol.europa.eu

3. International Centre for the Study of Radicalisation (ICSR); The Balkans and Foreign Fighters in Syria; King’s College London; 2016; https://icsr.info

4. UNODC; Measuring Organized Crime in the Western Balkans: Assessment of Capacities; United Nations; 2020; https://www.unodc.org

5. Bartlett, W. e Uvalić, M.; The Social Consequences of Economic Restructuring in South East Europe; LSE Research Online; 2018. 6. Vračić, A.; The Way Back: Brain Drain and Prosperity in the Western Balkans; European Council on Foreign Relations (ECFR); 2019; https://ecfr.eu

Immagine in evidenza: https://openmigration.org/analisi/la-rotta-balcanica-prima-della-rotta-balcanica/

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