Neutralità e disarmo, la controtendenza a un mondo in escalation
Nel cuore dell’America Centrale esiste un’anomalia politica e strategica che sfida le convenzioni globali: il Costa Rica. Mentre nello scenario globale si afferma una forte tendenza verso il riarmo, come dimostrato anche dal Draghi Report[1], questo Stato di piccole dimensioni da più di 70 anni porta avanti una politica di totale demilitarizzazione: dal primo dicembre del 1948 è privo di un esercito.[2] Questa scelta epocale ha permesso al paese di investire più risorse in istruzione, sanità pubblica e diplomazia e ciò ha reso la Repubblica costaricense una delle nazioni più stabili e floride della regione centroamericana.
La scelta del Costa Rica: un’anomalia della guerra fredda
Nel corso dello sviluppo della guerra tra i due blocchi ed il rafforzamento della corrente sovranista, in particolar modo nella parte centro-meridionale del continente americano, il presidente José Figueres Ferrer, leader della rivoluzione del 1948, prende una decisione radicale: la rinuncia alle forze armate in favore della diplomazia e dello sviluppo sociale. Questa scelta è poi rinforzata da un divieto costituzionale nei confronti della reistituzione dell’esercito, inserito nell’art.12 della Costituzione del ‘49.[3]
La rinuncia alle forze belliche non deriva semplicemente dalla volontà di creare un clima di stabilità all’interno del paese a seguito della guerra civile[4], ma ha l’obiettivo di ergere la pace e la democrazia ad elementi essenziali della cultura costaricense.[5] In questo modo le risorse a disposizione della difesa sono poi destinate allo “sviluppo umano”[6], ovvero ai settori dell’istruzione, della sanità e della cultura. Inoltre la “Svizzera del centro america” ospita anche l’unica sede dell’Università della Pace, istituita dalle Nazioni Unite.
La rinuncia all’esercito: difesa a rischio?
La politica di demilitarizzazione ha portato molti benefici al Costa Rica: si è registrato un forte aumento della produttività, con il Pil che passa da un tasso di crescita medio annuo del 0,97% (tra il 1921 ed il 1951) al 2,49% (tra il 1951 ed il 2010)[7]; la crescita esponenziale del Pil pro capite permette all’economia costaricense di passare dalla quartultima posizione ad essere la seconda economia emergente dell’America latina, dietro solo al Brasile.[8] L’abolizione delle forze armate ha permesso al Costa Rica di affrontare una dittatura militare, com’è accaduto alla stragrande maggioranza dei paesi latinoamericani nel corso del secondo novecento.
Per quanto riguarda la questione della difesa, il Costa Rica si è affidato ad una politica di neutralità: al tempo stesso prende esempio e si differenzia dal caso europeo della Svizzera, la quale si afferma in un continente che ha visto combattere sul proprio territorio innumerevoli conflitti, tra cui le due guerre mondiali. Differentemente dalla repubblica elvetica, che possiede delle rinomate forze armate, il paese latinoamericano sostiene che l’assenza di un esercito sia una garanzia ancora maggiore di neutralità. A rafforzare ulteriormente questa posizione è il proclama presidenziale del 1983, da parte del presidente Luis Alberto Monge, sulla neutralità perpetua, attiva e non armata.[9]
La forte attività diplomatica in organizzazioni internazionali come l’ONU, l’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ed il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), permette al Costa Rica di contare sull’appoggio dei propri vicini per garantire la propria integrità territoriale e la propria difesa da minacce esterne. In virtù di queste organizzazioni sono stati evitati potenziali conflitti, in particolar modo con il confinante Nicaragua. Inoltre vi è un forte interesse degli USA a mantenere l’ordine nella regione di interesse, per cui, nonostante l’assenza di un trattato militare, gli Stati Uniti si configurano come il principale garante della sicurezza costaricense. Al contempo il focus della nazione dell’America centrale è quello di garantire sicurezza e servizi di qualità ai propri cittadini, al fine di scongiurare l’emersione di conflittualità interne che possano destabilizzare lo status quo.[10]
L’eccezione ad un mondo sempre più armato
I conflitti bellici che animano il mondo occidentale negli ultimi anni rendono impensabile una soluzione analoga: le guerre in Ucraina e Palestina ed i fenomeni annessi esacerbano sempre di più le contrapposizioni presenti sullo scacchiere internazionale, al punto da generare una Seconda guerra fredda[11] ed una corrispondente diffusa politica di riarmo. Persino due paesi storicamente neutrali come la Svezia e la Finlandia hanno abbandonato lo status neutrale per richiedere l’ingresso nella Nato, a causa del timore di una potenziale politica espansionistica della Russia, che nel corso degli ultimi anni ha intrapreso numerose iniziative in tal senso, non ultima l’invasione dell’Ucraina nel 2022. In Medio Oriente, d’altro canto, gli schieramenti opposti non accennano a ricercare un compromesso diplomatico, lo sforzo bellico sembra essere destinato a mietere ancora molte vittime prima di conoscere la propria fine. In più, nel già citato Draghi Report, si evidenzia come l’Unione Europea abbia la necessità di investire nel settore degli armamenti non solo a scopo difensivo, ma anche per risollevare un’economia in crisi. Insomma, la corsa agli armamenti e la minaccia di una mutua distruzione sembrano essere gli unici strumenti che possano garantire la stabilità della civiltà odierna. Il Costa Rica però si oppone ad una logica militarista ed offre una strategia diametralmente differente: con la diplomazia e delle organizzazioni internazionali efficienti si può in maniera effettiva garantire sicurezza ed equilibrio nello scacchiere internazionale.
Il fenomeno della “Svizzera del centro america” non è però un caso isolato: sono vari i paesi che hanno rinunciato alle forze armate, tra i quali figurano Islanda e Panama.[12] Ovviamente tutti gli Stati che hanno preso questa decisione fanno affidamento ad altre nazioni o ad organizzazioni internazionali regionali per la garanzia della propria difesa e sicurezza.
Il modello costaricense, contraddistinto da particolari fattori geopolitici, difficilmente può essere applicato da qualsiasi nazione, in particolar modo dove sono presenti delle tangibili minacce territoriali, come in Ucraina o in Corea del Sud. Ciononostante la strategia messa in pratica dalla nazione latinoamericana, dell’affermazione di un carattere neutrale, del consolidamento dei rapporti diplomatici con numerosi alleati e della partecipazione ad organizzazioni internazionali difensive, dimostra come l’escalation militare non è l’unica opzione possibile in un mondo governato dai rapporti di potenza.
[1] “L’Europa ha il bisogno di sviluppare una capacità industriale forte ed indipendente, capace di soddisfare la crescente domanda di risorse ed equipaggiamenti militari e di rimanere all’avanguardia nella tecnologia della difesa.”; Draghi M.; The Draghi Report; Commissione Europea; Documento A, p. 17; 2024; https://commission.europa.eu/topics/eu-competitiveness/draghi-report_en#paragraph_47059
[2]Historia de la abolición del ejército costarricense; Ministerio de Cultura y Juventud; San José; 2021; https://www.mcj.go.cr/sala-de-prensa/noticias/conozca-la-historia-de-la-abolicion-del-ejercito-en-costa-rica
[3]“É vietato l’esercito come istituzione permanente”; Constitución Política de la República de Costa Rica; 1949; https://www.tse.go.cr/pdf/normativa/constitucion.pdf
[4]Costa Rica celebra 72 años de la Abolición del Ejército; Ministerio de Cultura y Juventud; San José; 2020; https://www.mcj.go.cr/sala-de-prensa/noticias/costa-rica-celebra-72-anos-de-la-abolicion-del-ejercito
[5]Villanueva D.; Costa Rica celebra 75 años sin ejército, una hazaña que la convirtió en referente de paz
[6] Renno R.; Esistono Paesi senza esercito? Sì: eccone alcuni, dalla Costa Rica al Vaticano, e perché lo sono; Geopop; 2024; https://www.geopop.it/esistono-paesi-senza-esercito-quali-sono-e-perche/#:~:text=Oltre%20all’Islanda%2C%20in%20Europa,tutti%20membri%20delle%20Nazioni%20Unite.
[7]Solano Alfaro I.; Vivere in un Paese senza esercito | La Costa Rica e la cultura della pace; Ambasciata di Costa Rica in Italia; 2023; https://embajadacostaricaitalia.it/it/vivir-en-un-pais-sin-ejercito-costa-rica-y-la-cultura-de-la-paz/
[8] ibidem
[9]Proclama presidencial sobre la neutralidad perpetua, activa y no armada de Costa Rica; Alberto Monge L.; Revista de Relaciones Internacionales, vol.6, n.1; https://www.revistas.una.ac.cr/index.php/ri/article/view/7166
[10]Alfaro Pareja A.; La política de defensa del Estado de Costa Rica: neutralidad y desmilitarización frente a los retos actuales; Politeia, vol.34, n. 47; https://www.corteidh.or.cr/tablas/r31764.pdf
[11]Galli C.; La seconda guerra fredda; Il Grand Continent; 2022; https://legrandcontinent.eu/it/2022/07/12/la-seconda-guerra-fredda/
[12] Countries Without a Military 2025; World Population Review; https://worldpopulationreview.com/country-rankings/countries-without-a-military

Laureato con il massimo dei voti in Relazioni Internazionali presso la LUMSA di Roma, è volontario attivo presso il CISV, con cui ha maturato esperienza in America ed Europa nell’ambito della mediazione multiculturale, della leadership e del project management.