La rilevanza degli USA nella geopolitica internazionale

Da ormai ben più di un secolo, gli Stati Uniti sono forse l’attore internazionale più importante poiché parte integrante degli equilibri mondiali e potenza assoluta sia dal punto di vista economico che militare. Ciononostante, nel passaggio tra un’amministrazione e l’altra, avviene sempre un cambiamento per ciò che concerne gli obiettivi che guidano la politica estera della nazione, che non sempre combaciano con quello che vogliono i suoi alleati internazionali.

Fin dalla Prima Guerra Mondiale, gli Stati Uniti sono stati al centro dell’attenzione mondiale perché, grazie al loro intervento nel conflitto, sono stati in grado di ottenere un grande potere che li ha resi, di lì in poi, sempre partecipi in qualunque tavolo internazionale. Dopo il secondo conflitto mondiale poi, la loro rilevanza è aumentata ulteriormente grazie alla nascita delle Nazioni Unite, che ha permesso loro di poter essere ancora più influenti nelle dinamiche internazionali, grazie alla possibilità di potersi interfacciare direttamente con gli altri Stati e, soprattutto, grazie al potere di veto, che garantisce agli USA la possibilità di essere sempre decisivi nei voti, insieme a Russia, Regno Unito, Francia e Cina.

Quest’importanza a livello diplomatico è molto rilevante tuttora e, proprio in questo periodo, sta facendo molto discutere in merito all’approccio statunitense al conflitto russo-ucraino.

Il punto della situazione sul conflitto in Ucraina

Al momento, la situazione in Ucraina rimane critica. Le province ucraine rimaste sotto il controllo russo sono quattro: Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhya e Kherson, alle quali si aggiunge la regione della Crimea. L’anno scorso, ad agosto, l’Ucraina ha provato a mettere in difficoltà la Russia sferrando un’offensiva a Kursk, in territorio russo, per cercare di dare dinamicità al conflitto e di avere un maggior peso negoziale in caso di trattative. Purtroppo per Kyiv, la Russia ha risposto immediatamente a questa offensiva verso metà settembre, riconquistando il 40% dei territori occupati dagli ucraini. A rendere ancora più incerto questo conflitto, si aggiunge la presenza di circa 11 mila soldati nordcoreani a supporto della Russia, che rafforza il legame fra i due Paesi e allarga il conflitto, rendendolo ancora più internazionale.[1] 

Il sostegno a Kyiv da parte degli alleati internazionali

È chiaro come, per un Paese come l’Ucraina, sia molto difficile tenere testa alla Russia, che è indubbiamente una grande potenza militare. Difatti, il supporto a Kyiv da parte dei suoi alleati internazionali è stato imprescindibile per la sopravvivenza del Paese fino ad ora. Tra i suoi sostenitori principali, figura ovviamente l’Unione Europea che, fin dall’inizio, ha supportato incondizionatamente l’Ucraina nella resistenza e ha cercato di evitare che quest’ultima venisse sopraffatta dalla Russia di Putin. Per questo motivo, l’UE ha investito ben 88 miliardi di euro nel sostegno economico, umanitario e militare; un impegno notevole che testimonia la linea di pensiero adottata da Bruxelles. Oltre l’invio di risorse, l’UE si è adoperata per imporre una serie di sanzioni nei confronti della Russia, per cercare di indebolire la base economica del Cremlino, così da poterla privare di tecnologie e mercati critici e dunque limitando la sua capacità di poter finanziare la guerra.[2]

Oltre l’Unione Europea, nel vecchio continente è molto attivo anche il Regno Unito, grazie al nuovo premier laburista Keir Starmer, il quale ha indetto un summit a Londra il 2 marzo scorso, dove ha riunito molte nazioni europee più la NATO, l’UE e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Da questo summit, sono stati concordati quattro punti principali:

  1. Il mantenimento dell’aiuto militare all’Ucraina e l’incremento della pressione economica sulla Russia, con un inasprimento delle sanzioni.
  2. Il sostegno ad un eventuale accordo di pace che dovrà garantire la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina, la quale dovrà partecipare ai negoziati.
  3. L’impegno ad evitare ogni futura invasione dell’Ucraina da parte della Russia
  4. Infine, la nascita di una “coalizione dei volenterosi” per difendere Kyiv e garantire la pace nel paese. Dunque, saranno gli europei a promettere garanzie militari e l’invio dei propri eserciti in soccorso in caso di una nuova invasione.

Donald Trump e l’Ucraina: e adesso?

Tra i sostenitori di Zelensky, negli ultimi anni, sono stati sempre presenti anche gli Stati Uniti. Essendo leader del mondo libero, il loro apporto economico e militare non è mai mancato a Kyiv, almeno durante l’amministrazione di Joe Biden. Infatti, il 43% degli aiuti militari, economici e umanitari inviati all’Ucraina provengono da Washington: ben 114 miliardi di euro da gennaio 2022 a dicembre 2024.[3]

Ma, da quando si è insediato alla Casa Bianca per la seconda volta Donald Trump, la situazione sembra essere radicalmente cambiata. Difatti, l’approccio dell’amministrazione Trump è molto differente da quello proposto dalla precedente. Il piano di Trump, presentato dal generale Keith Kellogg, nominato inviato speciale per l’Ucraina e la Russia dal presidente, e dall’analista della CIA Fred Fleitz, si chiama America First, Russia and Ukraine. Il testo, dopo aver elencato tutti gli errori commessi dall’amministrazione Biden secondo Kellogg, evidenzia come una linea d’azione radicale basata sulla decisione di sedersi al tavolo delle trattative sia fondamentale per la conclusione del conflitto. In caso la Russia si dovesse rifiutare di trattare, a quel punto il sostegno militare si intensificherebbe.[4]

È stato proprio questo l’approccio intrapreso da Donald Trump dopo il suo insediamento. Infatti, il presidente ha subito avvertito Zelensky che, se non avesse cominciato ad accettare l’idea dei negoziati, il sostegno degli USA si sarebbe interrotto. Inoltre, Trump ha addirittura definito Zelensky un “dittatore” privo di legittimità democratica, prima di attaccarlo duramente durante un colloquio pubblico nello Studio Ovale insieme al vicepresidente JD Vance. Durante l’incontro, divenuto già celebre, Trump ha spiegato a Zelensky, quasi riprendendolo davanti alle telecamere, come stia giocando con la vita di milioni di persone e che stia rischiando la Terza Guerra Mondiale.[5] Lo scontro ha portato al repentino abbandono della Casa Bianca da parte di Zelensky e alla rinuncia da parte di Trump alla firma dell’accordo sulle terre rare precedentemente concordato, che prevedeva un sostegno della NATO e degli USA a Kyiv in cambio di una contropartita in risorse strategiche (17 minerali diversi, presenti sul suolo ucraino, fondamentali nelle industrie tecnologiche e non solo). Dopo il duro scontro, che ha generato moltissime reazioni da parte di tutti i leader mondiali, Trump ha diffuso un post su Truth, dicendo che:

Oggi abbiamo avuto un incontro molto significativo alla Casa Bianca. Sono state apprese molte cose che non si sarebbero mai potute capire senza una conversazione sotto un tale fuoco e una tale pressione. È sorprendente ciò che emerge attraverso le emozioni, e ho stabilito che il Presidente Zelensky non è pronto per la pace se l’America è coinvolta, perché ritiene che il nostro coinvolgimento gli dia un grande vantaggio nei negoziati. Non voglio vantaggi, voglio la PACE. Ha mancato di rispetto agli Stati Uniti d’America nel loro amato Studio Ovale. Potrà tornare quando sarà pronto per la pace.

A sostegno di questa dura linea adottata dalla Casa Bianca, Trump ha effettivamente annunciato la sospensione degli aiuti militari a Kyiv e anche la sospensione della condivisione dell’intelligence, che è sempre stata cruciale per l’esercito ucraino. Questi rappresentano, quindi, sforzi finalizzati a persuadere Zelensky ad avviare negoziati con la Russia.[6]

Una svolta storica alle Nazioni Unite

È chiaro però che, da tutto questo, l’unico Paese che ne guadagna è proprio la Russia. È indubbio come un supporto così da parte degli Stati Uniti non sia mai stato ricevuto dal Cremlino prima d’ora. Non solo le politiche di Trump incontrano il gradimento di Putin, ma tutto l’approccio internazionale statunitense sembra sposare la pace, però dal punto di vista russo. Infatti, il 24 febbraio scorso, terzo anniversario dallo scoppio del conflitto, al Palazzo di Vetro dell’ONU si è tenuta una votazione per certi versi storica: gli Stati Uniti si sono schierati con la Russia in una risoluzione presentata all’Assemblea Generale. Nella mattinata, era stata presentata una risoluzione da parte dell’Ucraina e dei suoi sostenitori europei che chiedeva la fine del conflitto nel 2025 ed il ritiro delle truppe russe; risoluzione passata ma che ha visto i voti contrari di Bielorussia, Mali, Nicaragua, Corea del Nord, Ungheria, chiaramente Russia e, sorprendentemente, Stati Uniti. Dopo lo stupore iniziale, un’ulteriore svolta è avvenuta quando gli Stati Uniti hanno proposto una contro-risoluzione che invocava una rapida conclusione del conflitto, ma senza menzionare né l’integrità territoriale dell’Ucraina né la responsabilità di Mosca come aggressore, evitando così qualsiasi condanna esplicita alla Russia.[7] Una risoluzione che segna un cambiamento storico negli equilibri geopolitici globali, segnando il primo riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia. Tuttavia, questa mossa ha suscitato profonde preoccupazioni tra i Paesi europei e, naturalmente, in Ucraina, lasciando aperti seri interrogativi sul futuro del conflitto.


[1] Battaglini, C., “Russia-Ucraina: gli ultimi sviluppi”, Il Caffè Geopolitico, 2024, https://ilcaffegeopolitico.net/993380/russia-ucraina-gli-ultimi-sviluppi?gad_source=1&gclid=Cj0KCQiAlbW-BhCMARIsADnwasq_ca_2HV8nfDWV9xmfRJmuMll6QzP1GU23w4qXJf9Ukv3pW14eoX0aAp0GEALw_wcB

[2] Unione Europea, “Sostegno dell’UE all’Ucraina”, https://european-union.europa.eu/priorities-and-actions/eu-support-ukraine_it

[3] Tafuro Ambrosetti, E. et al, “Tre anni di guerra in Ucraina: 5 domande e 7 grafici per fare chiarezza”, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, 2025, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/tre-anni-di-guerra-in-ucraina-5-domande-e-7-grafici-per-fare-chiarezza-201377

[4] Kellogg, K e Fleitz, F., “America First, Russia, & Ukraine”, Center for American Security, 2024

[5] EUNews, “Lite in pubblico tra Zelensky e Trump, salta l’accordo sulle terre rare”, 2025, https://www.eunews.it/2025/02/28/lite-in-pubblico-tra-zelensky-e-trump-salta-laccordo-sulle-terre-rare/

[6] Bortoletto, F., “Trump sta abbandonando Kiev per abbracciare Mosca”, EUNews, 2025, https://www.eunews.it/2025/03/06/ucraina-trump-russia-zelensky-putin/

[7] Internazionale, “Gli Stati Uniti votano con la Russia alle Nazioni Unite sulla guerra in Ucraina”, 2025, https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2025/02/25/stati-uniti-votano-con-russia-nazioni-unite-guerra-ucraina

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